dall’ ANSA di Manuela Correra ROMA – Nasce sotto il segno delle polemiche la prima Giornata nazionale sugli stati vegetativi che, per volontà del governo, si celebrerà domani, 9 febbraio, proprio nel giorno dell’anniversario della morte di Eluana Englaro. Eluana, in stato vegetativo per 17 anni dopo un incidente stradale avuto nel 1992, è scomparsa il 9 febbraio 2009 a seguito dell’interruzione dei trattamenti di idratazione e nutrizione artificiale. Una condizione, quella dello stato vegetativo, considerata un “accanimento terapeutico” dal padre di Eluana, Beppino, e invece ritenuta una forma di “disabilità” dall’esecutivo che, proprio per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, ha deciso di indire una Giornata nazionale. Ma la scelta del 9 febbraio come data di celebrazione è giudicata quanto meno “inopportuna” da Beppino Englaro e varie associazioni. Così, l’iniziativa ha finito per dividere più che sensibilizzare e domani, agli appuntamenti organizzati dai promotori della Giornata, si contrapporranno altre iniziative appoggiate da quanti si dichiarano contrari alla linea del governo. Un anniversario tra le polemiche dunque, quello della morte di Eluana, in vista dell”approdò del ddl sul biotestamento in Aula alla Camera, il 21 febbraio.
– GIORNATA STATI VEGETATIVI, 2.000 IN TALE CONDIZIONE IN ITALIA: La direttiva del presidente del Consiglio dei ministri che indice la Giornata nazionale degli stati vegetativi è stata pubblicata il 18 gennaio scorso sulla Gazzetta Ufficiale ed è firmata dal premier Silvio Berlusconi e dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio. Nell’ambito di tale giornata, afferma la direttiva, “le amministrazioni pubbliche e gli organismi di volontariato, si impegnano a promuovere, nell’ambito delle rispettive competenze, attraverso idonee iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, l’attenzione e l’informazione su questo tipo di disabilità, che coinvolge oltre al malato, in maniera assai rilevante, i familiari”. In Italia si stima siano circa 2.500 le persone in una condizione di stato vegetativo.
– PER BEPPINO ENGLARO DOMANI ‘GIORNATA DEL SILENZIO’: La decisione di fissare la data della Giornata sugli stati vegetativi proprio al 9 febbraio è per Englaro “inopportuna ma soprattutto indelicata”. Per me, afferma il padre di Eluana, “il 9 febbraio sarà la giornata del silenzio”.
– PRO E CONTRO: La Giornata, ha affermato il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, “é stata proclamata per superare una lacerazione che c’é stata col caso Englaro, una disabile gravissima, e non una malata terminale, che era già vissuta 17 anni in stato vegetativo e avrebbe potuto vivere altro tempo mentre è morta sola e disidratata”. E per il vice-presidente del Senato, Domenico Nania, si tratta di una Giornata “di ricordo e di riflessione”. Di parere opposto Marco Cappato, segretario dell’Associazione Luca Coscioni per la liberà di ricerca, secondo cui domani “il governo celebrerà in stile fascista la violenza di stato contro Englaro”.
– LE INIZIATIVE: Vari gli appuntamenti per domani. La Giornata sarà celebrata a Roma con un convegno cui parteciperanno anche i ministri Fazio e Sacconi. Sempre a Roma, Micromega organizza il convegno ‘Chi decide sul fine vita’, con il senatore Ignazio Marino, indicendo per il 9 febbraio la ‘Giornata nazionale sulla libera scelta’ con iniziative anche in altre città. A Bologna si terrà la serata ‘Vivo e vegeto, ma soprattutto vivo!’ con Alessandro Bergonzoni, testimonial della Casa dei Risvegli Luca De Nigris, ed i ragazzi usciti dal coma del gruppo teatrale Gli amici di Luca.
Per me? Per me domani è un giorno come un altro, nel quale molti vivono, e qualcuno necessariamente morirà. Ma è l’occasione per ricordare che la morte è una cosa strana, e inevitabile. E che a volte da vivi è bene immaginarla. (A volte da vivi sarebbe bene anche vivere, lo so)
Io ho immaginato me stessa vittima di una grave patologia, di quelle che si definiscono “con esito infausto”. E non mi ci sento tanto. Credo che, potendo farlo, nel senso di essere fisicamente in grado di farlo, sceglierei una veloce exit strategy.
Io ho immaginato me stessa in stato vegetativo permanente. E non vorrei trovarmici mai. E non lo auguro a nessuno. Ma spero che chi mi ama in quella situazione possa lottare per me, e per il fatto che oggi, ieri, sempre, ho pensato che quella per me non è vita. E combatta anche in questo caso per la mia exit strategy, nell’impossibilità di arrangiarmi. Ma questo vale per me, solo per me.
Il testamento biologico serve a questo, e per questo io lo difendo, a spada tratta: serve a ciascuno per dire come vuole concludere la sua esistenza, nel caso in cui la morte non sopraggiunga rapida e improvvisa, ma si travesta, e tolga la vitalità lasciando solo l’involucro della fisiologia. Vuoi rimanere attaccato a un respiratore per tutta la vita? Benvenuto, è un tuo pieno diritto: sottoscrivi il tuo testamento biologico con queste volontà, e io sarò la prima a difendere il tuo diritto a rimanere aggrappato all’esistenza in ogni maniera.Ma allo stesso modo voglio poterlo fare io, che ho dei dubbi sul dare la dignità del termine vita a quella che a pieno titolo conduco, figuriamoci in altro caso.
Il testamento biologico salvaguarda i diritti di tutti, non è pro morte, è pro diritto. Per questo dobbiamo combattere.
E perchè chi è malato e vuole vivere possa farlo con dignità e pienezza, godendo del massimo del supporto che i servizi sanitari e sociali di un Paese che si dice civile, che si dice pro vita, deve garantire.
Alla faccia della Chiesa Cattolica, dico solo che Gesù Cristo non si sarebbe mai sognato di interferire nelle libere scelte della coscienza , che non è libertinaggio, ma diritto .
E precisiamo che la Englaro non ha sofferto perché è stata sedata ; con buona pace dell’ignoranza e dell’emotività del popolino cattolico .