Fontamara di Ignazio Silone
“(Io so bene che il nome di cafone, nel linguaggio corrente del mio paese, sia della campagna che della città, è ora termine di offesa e di dileggio; ma io l’adopero in questo libro nella certezza che quando nel mio paese il dolore non sarà più vergogna, esso diventerà nome di rispetto, e forse anche di onore).”
Ero certa di aver letto Fontamara al ginnasio, quando si legge di solito (credo) e di averlo rimosso, come spesso mi accade.
Invece non lo avevo letto, ed è stato meglio così, perchè allora lo avrei capito poco, e ora invece l’ho potuto apprezzare davvero, per una grande storia epoca di cafoni che, in un mondo che gli si accanisce contro, sanno essere uomini veri. L’ho già scritto parlando delle storie di Danilo Dolci: credo che di questi tempi storie come queste bisognerebbe ricominciare a cercarle, perchè esistono già, nel nostro mondo e in quelli che ci circondano.
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