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Archive for gennaio 2014

nove. il libro di oggi

Il sogno di volare di Carlo Lucarelli

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otto. il libro di oggi

La ricetta dell’assassino di Anne Holt

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sette. il libro di oggi

Il guaritore di Antti Toumaninen

A me ‘sti gialli catastrofisti proprio non piacciono più. Meglio Liala

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sei. il libro di oggi

Via Castellana Bandiera di Emma Dante

Mah

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Terzo Movimento

La punteggiatura 

è da sempre

fondante

nella scrittura.

Oggi, in me,

non sono usciti 

punti di domanda.

Ci sono un io

e un due punti:

apertura, descrizione

spazi vuoti

da riempire

e un punto esclamativo,

entusiasta,

a fare il tifo

ed applaudire.

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Quella che non sono

Ci sono cose che non sarò mai. Non sarò mai madre, e sicuramente non sarò mai moglie. E non lo dico per sentirmi dire che c’è ancora tempo, perché il problema non è il tempo, ma le scelte e le convinzioni. E in qualche caso le capacità. E io so che non è quella la mia strada.
Io voglio essere libera, e amare, magari, ma a modo mio.
Non voglio creare costrizioni, e non voglio rappresentarne. Non sarò mai “quella che mi aspetta a casa e se faccio tardi mi rompe le palle”
Qualcuno mi ha detto una volta che non aveva il diritto di ipotecare la mia vita. Ed è una delle poche cose sulle quali aveva ragione. Ecco, io non voglio ipotecare la vita di nessuno, non voglio invaderla, non voglio sequestrarla.Io voglio dormire da sola.
Vorrei poter stare accanto a qualcuno perché lo scelgo, perché lo vivo come un’occasione e come un’opportunità, e perché questa persona la vive nello stesso modo.
Vorrei vivere ogni bacio come se fosse l’ultimo, perché è l’unico modo perché un eventuale bacio successivo possa essere sempre, di nuovo, il primo.
Vorrei fare un passo indietro e guardare un uomo pensando che potrei non vederlo mai più, e fissare nella mia mente il suo sguardo, il suo sorriso, il modo in cui solo lui pronuncia il mio nome.
Ma vorrei avere il diritto alle mie solitudini, e lasciare agli altri il diritto alle loro. Avere lo spazio per i miei interessi e i miei amici, e lasciare agli altri lo spazio per i loro. Avere il diritto alle mie idiosincrasie. E la voglia di condividere tutto il resto, con moderazione.
Ci sono cose che non sarò mai. E altre che potrò essere. Un giorno.

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cinque. il libro di oggi

Un covo di vipere di Andrea Camilleri

Questo è uno dei più carini che ho letto ultimamente, anche se in fondo in fondi Camilleri ha rotto i cabasisi

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quattro. il libro di oggi

Neuland di Eshkol Nevo

“Qui spesso si era sentita sola. Proprio qui. Spesso aveva sentito che non c’era un’anima vicina a lei in tutto il gruppo. Quando si era trovata di fronte al cancello chiuso, era quello l’odore che si era spinto fino alle sue narici: l’odore della solitudine. E il sapore che aveva raggiunto le sue labbra: il sapore amaro dell’ansia di essere finalmente capita. Non desiderata, non ammirata. Capita. Da una persona almeno”.

Una storia bellissima, e una bellissima storia d’amore. Perché quando incontri QUELLA persona, anche se il momento, il posto, le circostanze sono quelle sbagliate, è comunque amore, ed è comunque giusto. Comunque vada.

Proclamo ufficialmente che Eshkol Nevo è il mio attuale scrittore preferito.

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tre. il libro di oggi

Diario di un giudice di Dante Troisi

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parole nuove

Quest’anno è cominciato sotto l’egida di parole nuove, che non avevo mai usato.

Soprattutto cambiamento e coraggio.

E, nonostante le fatiche e le ansie e tutto quello che ancora sono, mi stanno portando a una parola seminuova, che non ho più paura a riconoscere e affrontare: felicità

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Sono una figa

Scusate, ma prima di andare a dormire stroncata prima dall’ansia e poi dall’adrenalina, me lo dico da sola, perché me lo merito proprio: sono una figa!

 Perché nonostante la mia avversione ai cambiamenti ho scelto di cambiare e l’ho fatto.,

Perché nonostante mi spaventi l’idea di avere un mutuo trentennale sulle spalle, io che per scelta non ho mai speso più di quello che avevo in tasca, ho deciso che valeva la pena.

Perché nonostante stamattina fossi stroncata dall’ansia, mi son vestita bene, truccata, piastrata i capelli, e sono andata a firmare quello che dovevo firmare,senza neanche dare l’impressione di essere più agitata di quanto siano normalmente le persone nella stessa situazione.

Perché non ho aspettato che qualcun altro facesse le cose per me, ma sono bastata in qualche modo a me stessa.

Perché, come sempre, non ho voluto nessuno che mi accompagnasse, perché le cose che mi spaventano devo farle da sola.

Insomma, perché ce l’ho fatta. Domani mi passa, ma oggi ancora lasciatemi gioire

Perché, nonostante debba ringraziare i miei genitori, mia sorella e i miei amici per l’aiuto, il sostegno e il supporto morale, questa cosa è mia. E dipende solo ed esclusivamente da me.

Perché 

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Diventare grandi

Domani è il gran giorno. Finalmente.

Compro casa. 

E son talmente agitata che non riesco neanche ad essere felice. Una settimana di insonnia e il colon più che irritato incazzato nero.

Negli ultimi 10 anni ho sempre evitato le situazioni emotivamente troppo forti, perché non ero certa di reggerle. 

Sono ancora dubbiosa, magari domattina mi viene un coccolone. Ma questa l’ho cercata e l’ho voluta, e non son mica troppo pentita, per il momento,.

Solo spaventata.

Ma sarà la casa o il diventare grandi?

E soprattutto, sarà la casa o questo fatto che è una cosa che faccio da sola, solo per me.

Ci sono persone che diventano grandi senza essere sole mai. 

 

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Il vaso di pandora

Una volta ho chiesto a Matteo Nucci, scrittore, perché una delle protagoniste, non simpaticissima, di un suo romanzo, e di altri suoi racconti, si chiamasse Sara. Matteo mi ha risposto “Il nome Sara mi dà pienamente l’idea di quella donna che porta sventura, il vaso di Pandora, il dono degli dèi, la donna che porta il dissidio fra gli uomini.”.

E’ successo qualche anno fa, e ogni tanto mi interroga ancora questa definizione. Io sono il vaso di pandora della mia vita, perennemente scoperchiato, ma non credo di essere donna che porta dissidio tra gli uomini, o sventura. Anche se a volte vorrei. 

Perché, siccome ho la memoria lunga e raccolgo i segreti di molti, sarebbe facile ogni tanto dare aria alla bocca e buttare fuori tutto quello che raccolgo e tengo dentro.

Ma non lo farò.

Quindi di tutte le cose che mi son venute in mente in questi giorni, non dirò niente, solo che vent’anni sono troppi per non buttare via una giacca che era già brutta all’inizio.

 

 

 

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due. il libro di oggi

La voce a te dovuta di Pedro Salinas

“Tu vivi sempre nei tuoi atti.

Con la punta delle dita

 sfiori il mondo, gli strappi

aurore, trionfi, colori,

allegrie:è la tua musica.

La vita è ciò che tu suoni.

Dai tuoi occhi solamente

emana la luce che guida

i tuoi passi. Cammini

fra ciò che vedi. Soltanto

E se un dubbio ti fa cenno

a diecimila chilometri,

abbandoni tutto, ti lanci

su prore, su ali,

sei subito lì; con i baci,

coi denti lo laceri: 

non è più dubbio.

Tu mai puoi dubitare.

Perché tu hai capovolto 

i misteri. E i tuoi enigmi,

ciò che mai potrai capire,

sono le cose più chiare: 

la sabbia dove ti stendi,

il battito del tuo orologio

e il tenero corpo rosato

che nel tuo specchio ritrovi

ogni giorno al risveglio,

ed è il tuo. I prodigi

che sono già decifrati.

E mai ti sei sbagliata.

solo una volta, una notte

che t’invaghisti di un’ombra

-l’unica che ti è piaciuta-.

Un’ombra pareva.

E volesti abbracciarla.

Ed ero io.

 

Queste poesie, scritte quasi cent’anni fa, sono di una modernità e di una meraviglia che mi hanno commosso.

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uno: il libro di oggi

La lingua colora il mondo di Guy Deutscher

“Esistono quattro lingue al mondo degne di essere usate – dice il Talmud: il greco per il canto, il latino per la guerra, il siriaco per le lamentazioni e l’ebraico per il discorso ordinario” Altre autorità non sono state meno perentorie nell’indicare gli usi elettivi dell’una o dell’altra lingua. Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero, re di Spagna e d’Italia, Arciduca d’Austria, padrone di diverse lingue europee, dichiarava di parlare “in spagnolo a Dio, in italiano alle donne, in francese agli uomini e in tedesco al mio cavallo”

La parte iniziale sui colori è un po’ pallosa, la seconda più linguistica è invece più interessante. E scopri che ci sono galassie intere di cose che non hai mai saputo

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Game over?

Dopo anni di livello 1 del gioco della vita “abbi il coraggio di avere paura” il 2014 mi porta direttamente al livello 2 “affronta la paura di avere coraggio”. 

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6

come fosse ieri, come vorrei che fosse sempre. L

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sassolini

Son due giorni che esprimo su facebook le mie opinioni sulla questione delle occupazioni e vengo sistematicamente mal interpretata o fraintesa, non sempre in buona fede, peraltro.

Pur concedendo che fb non è uno strumento adatto al dialogo o al confronto, mentre si presta benissimo al cazzeggio, ho riflettuto a lungo, e queste sono le mie conclusioni:

1. Sono certa di essere in grado di esprimermi correttamente in italiano, sia parlato che scritto, e di argomentare in maniera chiara le mie opinioni.

2. sono certa che non ho nessun interesse personale nella questione di cui si discute: non sono una fiancheggiatrice di ztl ma non sono nemmeno un difensore d’ufficio dell’amministrazione comunale, che anzi più volte ho anche su questa pagina criticato. Ho solo delle idee su come ci si confronti nell’arena pubblica, ed esprimo il mio disappunto perché trovo siano disattese.

Per chiarire meglio: l’amministrazione si rende disponibile a confrontarsi con tutte le associazioni che rientrino nella legalità. Occupare è illegale. L’associazione X occupa, viene correttamente sgombrata, e accusa l’amministrazione di non essere aperta al confronto. Ma chi cazzo le fa le regole? L’Amministrazione o il primo che passa e che ha un’idea qualsiasi? Il confronto democratico deve basarsi su un fondamento comune. Il riconoscimento della legalità o dell’illegalità delle proprie azioni, da una parte e dall’altra, è uno di questi fondamenti. Opponetemi tutte le eccezioni che conoscete, le eccezioni però confermano la regola.

Altro esempio: l’associazione X occupa un’immobile dichiarato inagibile. Non ho, e nessuno tranne gli archivi del comune ha ancora , a quel che mi risulta, la documentazione relativa a questa inagibilità. Un libero professionista titolato certifica che invece l’immobile è agibile per una buona parte. Problema risolto? NO. Perché l’immobile pubblico, oltre ad essere dichiarato agibile, deve avere una serie di certificazioni ulteriori, da quella sanitaria alla conformità di tutti gli impianti, all’abbattimento delle barriere architettoniche soprattutto nei servizi igienici, che qui sono presenti. Scopo del gioco non è rompere le palle. Scopo del gioco è che se l’immobile è pubblico TUTTI i cittadini possono accedervi e, se necessario, poterci fare la pipì. Il cesso (scusate, ma chiunque lo abbia visto anche solo fino a qualche anno fa sa che questa è la definizione vera ) della FILT non era agibile neanche quando l’immobile era affittato alla CGIL e utilizzato. Apprezzo la generosità dell’associazione X, ma quando dicono che intendono ripristinare all’uso pubblico l’immobile attualmente occupato e poi renderlo alla città, dubito abbiano pensato a  quanto costi rifarci i bagni per i disabili. Ma senza non può essere utilizzato come edificio pubblico. Mi correggano i professori se dico qualcosa che non è corretto.

Altro esempio: come ho più volte ribadito, io i ragazzi di ZTL, che non conosco perché per mia scelta non frequento questo ambiente, non li condanno. Sono giovani e ritengo in buona fede. Anche se su alcune cose dovrebbero riflettere. Penso al fatto di girare con delle uova in tasca quando si va in visita alla prefettura. Però mi pare che quando hanno agito dopo riflessione, non si siano mal comportati. Questa esperienza non è composta solo da questi giovani. Attorno a loro gravita un mondo di personaggi meno apartitici e più vicini alla politica cittadina di loro, che io semplicemente credo facciano male al movimento. Sono prevenuta? Nei confronti dei ragazzi no, nei confronti di altri sì. Quando sui giornali e sui social network vedo personaggi che conosco e di cui non ho stima, per vicende che riguardano gli ultimi 20 anni della vita politica trevigiana, sostenere questi ragazzi, e a volte non solo sostenerli, beh, io non mi fido. I ragazzi son grandicelli, che faccian come credono. Ma io, che sono a mia volta grandicella, penso di poter avere diritto ad una mia opinione sui rappresentanti pseudopolitici e pseudosocietàcivile con cui ho a che fare da quando ero anche io una ragazzina. O è lesa maestà? 

Riepilogando. Io mi esprimo in italiano corretto e non ho interessi particolari, personali o politici, nella vicenda occupazioni. Diciamo che esprimo liberamente le mie personali opinioni sui social network, come più o meno chiunque.

Alcune persone che leggono le cose che scrivo, e hanno invece degli interessi particolari nella vicenda occupazioni, perché fanno parte dell’associazione X o quantomeno la sostengono, sistematicamente fraintendono quello che scrivo, e lo interpretano a modo loro, facendomi passare di volta in volta per reazionaria, accidiosa, e altre cose che non mi riguardano proprio. Nel senso che non mi interessano (a me, scusate lo snobismo, importa cosa pensano di me le persone che ritengo importanti nella mia vita, l’opinione di chi non mi conosce mi lascia indifferente) ma soprattutto nel senso che proprio non mi appartengono. Ma appunto, non conoscendomi, uno non lo può sapere.

Alla luce di quanto sopra rappresentato la mia riflessione, che credo legittima, è: ma il “problema”, in questo caso, sta in chi scrive o in chi legge?

Detto questo, ma solo perché mi stava sulle palle ‘sta cosa, personalmente continuerò, se ne avrò voglia, a esprimermi su questo e altri temi, perché a differenza di altri io la democrazia la attuo e non la predico, ma non risponderò più a nessun post che sia solo poco meno che intelligente. Naturalmente secondo la mia personale, originalissima e ovviamente fallibile umana opinione. Che è il metro di misura su cui si muove il mondo. Anche nei collettivi non esiste solo un’opinione collettiva ma anche delle opinioni personali. Mi auguro

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Clientelismo e ZTL

Wikipedia dice così:

Con il termine clientelismo – o semplicemente clientela – si indica la pratica disonesta per cui personaggi influenti o individui inseriti nelle Amministrazioni pubbliche instaurano un sistema di favoritismi e scambi (fondato sull’assegnazione arbitraria di risorse, prebende, benefici o posti di prestigio nel panorama politico-sociale) con chi non avrebbe alcun titolo per godere di tali favori.

Ecco, molti di noi hanno criticato per anni la lega per il suo sitema clientelare. Anche molti di quelli che oggi sostengono ZTL.

Mi pare non vogliano cogliere che l’assegnazione arbitraria di risorse a chi non avrebbe titolo per godere tali favori è esattamente quello che chiedono i ragazzi di ZTL. Chiedono al Comune, perché è di sinistra, di lasciargli occupare degli spazi non loro destinati, che occupano abusivamente, solo perché sono loro. A prescindere da tutte le regole previste dal Comune per l’assegnazione di spazi pubblici.

A me non piaceva il clientelismo della Lega, e mi piace ancora meno il clientelismo del centrosinistra.

Non credo di essere una fascista solo perché chiedo la formulazione di regole certe e condivise e il loro rispetto.

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