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OLTRE LA PESTE PARTITOCRATICA: RICOSTRUIRE LA DEMOCRAZIA. L’ALTERNATIVA LAICA, SOCIALISTA, LIBERALE, RADICALE, AMBIENTALISTA PER RIDARE VOCE AI CITTADINI

SABATO 20 GIUGNO ORE 15:30 TREVISO Fondazione Benetton Studi e Ricerche – Spazi Bomben per la Cultura – Palazzo Bomben,  VIA CORNAROTTA 7

La recente campagna elettorale, svoltasi in un clima di palese illegalità democratica, si è contraddistinta per un dibattito tutto partitocratico e di potere che ha trasformato la consultazione in un referendum pro o contro Berlusconi, senza mai consentire la discussione sull’idea di Europa e senza che i cittadini potessero sapere cosa faranno ora i loro eletti a Bruxelles. Soglia di sbarramento per le elezioni europee, referendum elettorale per giungere ad un monopolio bipartitico senza contrappesi e monopolio dell’informazione mettono a rischio le tenuta democratica del Paese, come si vede dal tentativo di estromettere dal Parlamento europeo e italiano le forze di area laica, socialista, liberale, radicale, ambientalista. D’altro canto le prove non buone dei partiti di centrosinistra, anche nel nostro territorio, mettono a rischio la stessa esistenza del dibattito politico e della dialettica tra governo e opposizione. Per affrontare tali questioni è stata convocata una nuova “Assemblea dei Mille” a Chianciano, per il 26, 27 e 28 giugno: un’occasione per ipotizzare nuovi percorsi per uscire dalla crisi in cui il sistema democratico italiano sta sprofondando. La riflessione a livello nazionale deve essere preparata da una riflessione a livello locale, dove l’egemonia della Lega e della destra rischia di diventare elemento strutturale ed immodificabile. In questo contesto, sentiamo il bisogno di chiamare a raccolta le forze politiche e i cittadini di buona volontà, per fare tesoro delle sconfitte, lasciare alle spalle un periodo di immobilismo e aprire le porte ad progetto politico nuovo nel metodo di lavoro e nei contenuti.

L’Associazione VenetoRadicale, l’Associazione TrevisopiùEuropa e la Associazione Luca Coscioni di Treviso vi invitano a partecipare  all’assemblea di sabato 20 giugno a Treviso presso il palazzo Bomben in via Cornarotta 7.

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Per approfondimenti invito a leggere

http://trevisoeuropa.wordpress.com/2009/06/10/referendum-elettorale-no-alla-truffa/
http://civettadelsile.wordpress.com/2009/06/10/le-bugie-del-referendum-truffa/
http://www.michelerana.net/article-32542795.html

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Cari Max e Walter, INVECE DI DUE TV FATE UN PARTITO

In tutta onestà, e senza alcun pregiudizio, non si può dire che il Paese avvertisse il bisogno di due nuovi canali satellitari politici. Che sarebbero forse passati inosservati, se i loro promotori non fossero Walter Veltroni (nella sua qualità di segretario del Pd) e Massimo D’Alema (nella sua qualità di presidente della Fondazione ItalianiEuropei). Nel Paese di Silvio Berlusconi –cioè in quel luogo unico al mondo dove il presidente del Consiglio è anche il proprietario di tre network che totalizzano più del 40% degli ascolti televisivi – vediamo dunque i due uomini migliori della sinistra italiana cimentarsi in altrettanti canali satellitari. Per dare un’idea delle grandezze in campo, è utile sapere che le tre reti mediaset sono viste mediamente da 4 milioni di spettatori, mentre Rai News 24 ne ha meno di 3mila. Naturalmente né YouDem, la Tv del Pd (canale 813 di Sky), né RedTv, la Tv di Italianieuropei (canale 890), intendono competere con Canale 5 o Italia 1, e anzi rivendicano con un certo orgoglio il carattere sperimentale, aperto, di nicchia. Ma proprio questo è il punto: a che serve mettere in piedi una canale, se nessuno lo vede? E se proprio bisognava farlo, perché se ne son fatti due?

Un canale satellitare, riducendo le spese all’osso e ricorrendo massicciamente al lavoro volontario, costa pur sempre qualche milione di euro. Nonostante il budget assai ridotto, i primi giorni di YouDem (RedTV deve ancora debuttare) sono stati più che dignitosi. Ma mi chiedo se non fosse più saggio investire quei soldi nella costruzione del Partito Democratico in giro per l’Italia, riaprendo le sezioni abbandonate o affittandone di nuove, sviluppando una presenza (e una propaganda) capillare sui luoghi di lavoro e nelle scuole e nei mercati, e insomma creando una rete di volontariato che, per funzionare, ha bisogno di qualcuno che se ne occupi a tempo pieno. Anziché fare due televisioni, forse valeva la pena provare a fare un partito

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