Sono da sempre favorevole al Testamento Biologico, o meglio alle Disposizioni Anticipate di Trattamento, come garanzia della dignità della vita e della morte.
Non condanno le persone che, in assenza di strumenti meno cruenti e roboanti, ricorrono al suicidio per le più diverse ragioni.
Non si tratta di essere tifosi della morte invece che della vita. Si tratta sempre, a mio avviso, di stare dalla parte della dignità.
Ci sono persone che, per ragioni di salute, hanno questa scelta preclusa. Tra il serio e il faceto discutevamo una sera del suicidio di Monicelli, e pur essendo tutti d’accordo sul fatto che questo gesto avesse rappresentato un estremo atto di volontà e di dignità, qualcuno diceva “sì, ma insomma, forse avrebbe potuto scegliere un modo meno traumatico, anche per chi passa, per chi vede, per chi raccoglie”. Certo, ma se hai 95 anni e sei blindato in un ospedale, già sei stato un genio a trovare il modo di saltare la finestra.
Al di là delle convinzioni personali, in ogni caso, ritengo fondamentale che si debba regolamentare, come avviene in molti paesi europei senza che questo abbia aumentato il numero complessivo dei decessi, né tantomeno una sorta di “turismo suicidario” , la libertà di scelta del cittadino nel suo fine vita. Laicamente, senza oneri. Che il cittadino possa scegliere a quali trattamenti sottoporsi oppure no (DAT), ma anche che il cittadino possa scegliere di concludere, con rispetto e dignità, la sua esistenza nel momento in cui, in particolari per ragioni sanitarie, non è più in grado di chiamarla tale.
Dal 15 marzo scorso è partita la campagna Eutanasia Legale. Questo il testo del progetto di legge di iniziativa popolare sul quale cerchiamo di raccogliere 50.000 firme nei prossimi 6 mesi. http://www.associazionelucacoscioni.it/comunicato/proposta-di-legge-di-iniziativa-popolare-su-rifiuto-di-trattamenti-sanitari-e-liceita.
Spero che presto in tutti gli Uffici Comunali d’Italia si possa firmare. Spero che presto, ma vi tengo aggiornati, ci saranno i tavoli per firmare anche a Treviso.
Non si tratta, ripeto, di una scelta di morte, si tratta di una scelta di dignità. Che non obbliga nessuno.Non ci saranno stermini di massa con la scusa dell’eutanasia e del suicidio assistito. E chi vorrà condurre la propria vita fino all’ultimo continuerà naturalmente a poterlo fare.
La dignità è nella libertà di scegliere, non nella qualità della scelta che si compie, che dipende esclusivamente da sé, dalle proprie convinzioni, dalle proprie credenze. La battaglia è per il diritto di farle valere, tutte.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.eutanasialegale.it