Ci sono cose di una campagna elettorale che non cambiano negli anni: la burocrazia nella presentazione delle liste, l’attacchinaggio dei manifesti con il secchio e la scopa… Ci sono cose che cambiano molto, come gli sms e le mail invece del porta a porta. E ci sono cose che non si fanno più. Come i comizi. O meglio, i comizi dei big nazionali ci sono ancora, super blindati e super coperti. Ma un candidato sindaco che arringa i suoi concittadini in apertura di campagna elettorale, incurante delle nuvole in cielo e della noncuranza di una piccola parte della piazza (e dei quotidiani locali…), beh, quello non si vedeva da anni. Io forse non l’ho visto mai.
Eppure Giampaolo Sbarra ci ha regalato anche questa emozione.
Oltre al coraggio di guardare in faccia i propri alleati di centrosinistra e di proporre loro un confronto reale e diretto con le elezioni primarie, confronto che nessun altro ha accettato; oltre al coraggio di proporre un progetto concreto per la città, a fronte di un gruppo di candidati sindaco inventati davvero all’ultimo momento, che non hanno nessuna proposta nuova, anzi spesso ne riciclano di nostre essendo completamente all’oscuro del passato (ma il fatto che uno si occupi di politica da oggi non significa che la politica fino a ieri non sia esistita…); oltre al coraggio di guardare molto più lontano degli altri con questo progetto di apertura della città al mondo, Giampaolo Sbarra ha avuto il coraggio di salire su un palco in piazza e di tenerla per un’ora con un discorso che ha parlato a Treviso e ai suoi cittadini, dando loro prospettive e possibilità.
E’ stato un discorso convincente. Non eravamo pochi ad ascoltarlo. E molti sono passati senza impegno ma lo hanno ascoltato volentieri. Perchè è questo il dialogo di cui questa città ha bisogno, le serve un Sindaco che le sappia parlare, senza demagogia e bofonchiamenti, delle sue grandi potenzialità e dei suoi grandi limiti, di come fare per promuovere le prime e risolvere i secondi. Perchè il discorso di Giampaolo non è stato autoreferenziale, ma ha rivelato una profonda conoscenza della città e dei problemi di chi la abita, ha rivelato un ascolto profondo dei cittadini, sulla base del quale è nato il suo progetto per la città.
Non avevo bisogno di essere convinta. Ma se fossi stata scettica sarei stata conquistata.
E Giampaolo mi ha insegnato, per l’ennesima volta, che mettere la propria faccia in quello in cui si crede comunque paga. Ha ragione l’avvocato Martellone, col suo sorriso -indipendentemente da cosa diranno le urne- Giampaolo ha già vinto.