La stiva e l’abisso di Michele Mari
“Non aver fretta, Ernestin, destino è solo uno dei nomi della morte”
“E’ vivere che è tremendo, uno attraversa un giorno dopo l’altro e in un cantuccino della sua testa continua a dirsi: questa è la vita, boh, qualcosa succederà, la tal cosa si sistemerà, la talaltra prima o poi andrà a posto, quel che è certo è che per ora sono uno che vive e intanto quelle cose, che poi non sono mai come uno se le aspettava, sono solo dei ricordi, sì, poniamo che tu ti ripari il tetto della casa: tu credi di star facendo quella riparazione, in realtà stai solo costruendo un ricordo, è solo questo la vita, una continua fabbrica di ricordi, il che vuol dire che anche da vivi noi non facciamo altro che morire, ragiona, quando noi ci ricordiamo di noi stessi in genere ci commuoviamo, no? ci inteneriamo, diventiamo malinconici, e perchè? Perchè in quel momento è come se pensassimo ai nostri cari defunti, al nostro papà o al nostro nonno, perchè noi non ci siamo più, quei noi là, solo che siccome i vivi non smettono mai di guardare avanti si dimenticano della verità, e la verità è dietro, è il dietro, la nostra verità, sono tutte quelle piccole morti di noi stessi che ci hanno accompagnato fin dalla nascita, e questo lo capisci veramente solo una volta, quando vedi la tua vita tutt’insieme, e tutt’intera, perchè non puoi più guardare avanti, capisci? C’è solo il dietro, è come se il dietro, dopo averti seguito di nascosto nel bosco, come un assassino, ti raggiungesse con una corsettina e si presentasse, lo guardi e vedi che ha la tua faccia, capisci? Ecco, nel brevissimo istante di quel tuffo io ho capito che nella vita l’unica cosa a succedere è la morte”
Poi dice che i libri non ti scelgono….
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