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Posts Tagged ‘Michele Mari’

Fantasmagonia di Michele Mari

“Nel suo studio il maestro elementare Tristano M. … cerca una spiegazione. Non la trova, ma continua a cercarla. Dopo cinque giorni di elucubrazioni non l’ha ancora trovata. Ha trovato però qualcosa di più importante, e cioè sa che se la sua iride e la sua madreperla, a differenza di quelle di Lorenzo F., non hanno sortito nulla, la letteratura non ha alcun potere. La letteratura, l’unico suo Dio.

Per questo il quinto giorno si uccide”.

Un Michele Mari più assurdo e visionario che mai, sempre meraviglioso!

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I demoni e la pasta sfoglia di Michele Mari

“La letteratura in questo senso è lusso ed è vendetta, e soprattutto non inganna mai: perchè ci costringere a credere solo quello che crede l’autore, e nessun autore, come nessun uomo, crede in qualcosa come alle proprie passioni, alle proprie idiosincrasie e alle proprie ossessioni”

Ancora una volta il grande Mari mi fulmina, con un titolo che fa pensare a delle cose e un libro che ne regala mille di più. Dovrebbero usarlo come letteratura nelle scuole, non ci sarebbe nessuno studente che non ci si appassioni, anche se è una parte della letteratura, una parte scelta soltanto, ma immensa.

E mi emoziona, non so perchè, sapere che abbiamo amato gli stessi libri, anche se ho dovuto leggerlo con un foglietto accanto per segnare i tanti, i troppi, che dovrei leggere ancora. Ma, in fondo, i maestri servono a questo

GRAZIE, Prof. Mari

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“Dice il ghiottone

giorni dieci starò senza dolciumi

e senza grassi e senza sughi e fritti.

Così ogni tanto

proviamo a stare un po’ senza sentirci

folli

noi che già siamo

pelle e ossa”

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Rosso Floyd di Michele Mari

“Ma la musica ha a che fare con se stessa, le parole con il mondo”

MICHELE MARI è un GENIO!

Quando leggevo “Tutto il ferro della Tour Eiffel” mi sono torturata per mesi chiedendomi, nella mia ignoranza, quanto di ciò che era scritto fosse vero, e quanto solo finzione. Se escludiamo le profferte amorose dell’Omino Michelin per Alma2, credo che fosse tutto abbastanza vero, o verosimile. E lo stesso, direi, succede per questa sorta di esegesi dei Pink Floyd, quando man mano che leggevo mi chiedevo dove stesse il confine tra il verosimile e il reale. Io non c’ero, naturalmente, e non conosco la storia dei Pink Floyd così bene, ma credo che il lavoro di agiografia di Mari è credibile, e come sempre, spiazzante.

GRAZIE Professor Mari, per l’ennesima scoperta e sorpresa. Non ci faccia aspettare troppo, però, per qualche altra emozione!!!

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Leggendo Michele Mari, e ascoltando i pezzi dei Pink Floyd, ed essendo la solita inutile e triste domenica, penso che finirò come Syd Barrett, grassa calva e completamente pazza, senza aver mai, però, avuto il suo genio. Hey you ! would you help me to carry the stone

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La stiva e l’abisso di Michele Mari

“Non aver fretta, Ernestin, destino è solo uno dei nomi della morte”

“E’ vivere che è tremendo, uno attraversa un giorno dopo l’altro e in un cantuccino della sua testa continua a dirsi: questa è la vita, boh, qualcosa succederà, la tal cosa si sistemerà, la talaltra prima o poi andrà a posto, quel che è certo è che per ora sono uno che vive e intanto quelle cose, che poi non sono mai come uno se le aspettava, sono solo dei ricordi, sì, poniamo che tu ti ripari il tetto della casa: tu credi di star facendo quella riparazione, in realtà stai solo costruendo un ricordo, è solo questo la vita, una continua fabbrica di ricordi, il che vuol dire che anche da vivi noi non facciamo altro che morire, ragiona, quando noi ci ricordiamo di noi stessi in genere ci commuoviamo, no? ci inteneriamo, diventiamo malinconici, e perchè? Perchè in quel momento è come se pensassimo ai nostri cari defunti, al nostro papà o al nostro nonno, perchè noi non ci siamo più, quei noi là, solo che siccome i vivi non smettono mai di guardare avanti si dimenticano della verità, e la verità è dietro, è il dietro, la nostra verità, sono tutte quelle piccole morti di noi stessi che ci hanno accompagnato fin dalla nascita, e questo lo capisci veramente solo una volta, quando vedi la tua vita tutt’insieme, e tutt’intera, perchè non  puoi più guardare avanti, capisci? C’è solo il dietro, è come se il dietro, dopo averti seguito di nascosto nel bosco, come un assassino, ti raggiungesse con una corsettina e si presentasse, lo guardi e vedi che ha la tua faccia, capisci? Ecco, nel brevissimo istante di quel tuffo io ho capito che nella vita l’unica cosa a succedere è la morte”

Poi dice che i libri non ti scelgono….

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Euridice aveva un cane di Michele Mari

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“Filologia dell’anfibio” di Michele Mari

“Che al male di vivere, ch’è pena bastante, troppo spesso aggiungono gli uomini un loro odioso condimentino, come chi spennellasse di marrone una merda bigia per saperla più merda”

Quest’uomo è un genio!

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Poesia

“Tu non ricordi

ma in un tempo

così lontano che non sembra stato

ci siamo dondolati su un’altalena sola.

Che non finisse mai quel dondolio

fu l’unica preghiera in senso stretto

che in tutta la mia vita

io abbia levato al cielo”

 

“Coincidere con chi si è diventati

credendo sia saggezza

è il più facile dei tradimenti

perchè il suo castigo è nella pace”

 

Rubo ogni giorno qualcosa. oggi queste due brevi poesie di Michele Mari, il mio uomo ideale, che non leggevo da un po’, e l’altro giorno ho riletto quasi per caso, emozionandomi di nuovo, come la prima volta che le ho lette.

Mi dispiace quasi continuare a scrivere sul blog, lasciando che la foto di Romano scivoli giù. La riposterò ogni volta che non potrò fare a meno di rivederlo.

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