Posted in libri da leggere, tagged Hustdvedt on luglio 11, 2009|
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Elegia per un americano di Siri Hustvedt
“Era diventato triste e dormiva male.Una volta gli avevo suggerito con tatto che la psicoterapia e l’analisi potevano essere una bella avventura, e che, se quell’opzione gli sembrava impossibile, un antidepressivo poteva risollevargli il morale, ma avrebbe dovuto mollare l’alcool. Max si era proteso verso di me e mi aveva dato una pacca sul braccio – Erik – aveva detto – lo so che mi dici queste cose con le migliori intenzioni, ma io ho una tendenza all’autodistruzione nel caso tu non l’abbia notato, cosa di cui dubito visto che è il tuo lavoro. La gente come me non sceglie la salvezza. Sciancati e folli, ci trasciniamo verso il traguardo, con la penna in mano”.
“Spesso il linguaggio è fragile, pensai, un filo sottile di sapere ricevuto, privo di qualsiasi significato reale, ma quando siamo carichi di emozioni, parlare può essere una tortura. Non vogliamo lasciare uscire le parole, perchè a quel punto apparterranno anche ad altre persone, ed è un rischio che non possiamo correre”
Non raggiunge,secondo me, le vette di “Quello che ho amato”, ma questa donna scrive magnificamente, e conosce gli uomini… E poi, niente a che vedere col marito….
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